La piattaforma B2B Vendosoft digitalizza le aziende italiane con licenze Adobe e Microsoft di seconda mano: “si taglia fra il 40 e il 90% dei costi e si aiutano le piccole imprese a innovare”.
Licenze software usate: guida alla scelta
10 Aprile 2019
Nessuna azienda può fare a meno del software giusto per il proprio business. Dall’elaborazione dei testi ai programmi di grafica fino ai sistemi più complessi di gestione: la richiesta di programmi e applicazioni, in cloud o in locale, è in continua espansione.
La digitalizzazione passa anche e soprattutto da lì. Ma rimanere sempre aggiornati costa. Per questo il software usato rappresenta oggi un’alternativa per tutte le aziende interessate a contenere i budget senza rallentare su innovazione ed efficienza.
Su questo punto ruota l’attività dell’azienda tedesca Vendosoft, Microsoft Silver Partner e Adobe Certified Reseller. Il gruppo garantisce licenze software a norma di legge, certificate e a condizioni economicamente vantaggiose. Da poco attiva anche in Italia, permette dunque ad imprese ed enti pubblici operativi in tutti gli ambiti di risparmiare considerevolmente.
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L’asso nella manica delle licenze di seconda mano è evidentemente il basso costo. Ma, come spiega a PMI.it Andrea Migoni, Microsoft Licensing Professional di Vendosoft, non c’è solo questo aspetto. Il software usato, per esempio, rimane sempre aggiornato dal punto di vista tecnico e della sicurezza fino al termine del ciclo di vita del supporto, che normalmente dura tra i sette e i dieci anni. Un bel risparmio a bilancio.
Fondata nel 2014 dopo la liberalizzazione del software usato, Vendosoft è specializzata nella compravendita di licenze software nuove e usate Microsoft e Adobe esclusivamente a clienti aziendali. Con un fatturato 2018 da 11 milioni di euro (+30% sul 2017) e 4mila clienti in tutta Europa, Vendesoft ha un punto di vista privilegiato sulla digitalizzazione italiana, europea, e sulle prospettive per i prossimi mesi.
Cosa si intende per software usato?
“Licenze acquistate da una prima azienda con i relativi diritti d’uso (secondo le normative europee vigenti in materia) a società come Vendosoft, che le rivende a sua volta ad altre aziende. Ovviamente il software non si deteriora con l’uso. Al contrario:
funziona come il nuovo ma è economicamente più vantaggioso.
Nel caso delle licenze Microsoft, il ciclo di vita di un programma con “supporto esteso” è normalmente di dieci anni, a partire dalla data del rilascio gli utenti. Anche coloro che hanno acquistato il software usato, quindi, possono contare su dieci anni di aggiornamenti e patch di sicurezza. Microsoft Windows Server del 2012, per esempio, può essere utilizzato per altri tre anni senza alcun problema, mentre le versioni più recenti come Office 2016, Exchange Server 2016 o SQL Server 2017 rappresenteranno ancora a lungo alternative affidabili rispetto al nuovo. Non solo:
grazie al mercato parallelo dell’usato, le aziende possono acquistare anche licenze di versioni che il produttore non ha più in catalogo.
Qual è il risparmio stimato?
A seconda del prodotto, si risparmia tra il 40 e il 90% rispetto al software nuovo.
“Per fornire un ordine di grandezza e sulla base dei dati di listino aggiornati di Vendosoft, acquistando Office 2019 con contratto multilicenza usato, si spende il 41% in meno rispetto al nuovo. Una percentuale che sale al 63% acquistando la versione Office 2016, al 76% con Office 2013 e 90% con Office 2010”.
Quali i prodotti in catalogo?
“Quasi tutti i prodotti Microsoft ed alcuni di Adobe. In particolare, per quanto riguarda Microsoft, i prodotti offerti vanno ad esempio da Office 2010 fino ad Office 2019, per poi passare ai vari server quali Windows Server, Exchange Server, SQL Server, fino ad arrivare a Microsoft Visio e Microsoft Project. In ambito Adobe offriamo, ad esempio, Acrobat, Photoshop C6 e Illustrator CS 6”.
Si tratta anche di un modo per favorire la digitalizzazione: l’Italia ha un grosso problema, in questo senso.
“Siamo convinti che l’impiego di software usato possa dare un importante contributo in questo senso, consentendo anche a realtà imprenditoriali di piccole dimensioni di utilizzare software più moderno, efficiente e sicuro, favorendo la digitalizzazione, sia all’interno dell’azienda stessa sia all’esterno, nel mercato di riferimento. Con i risparmi ottenuti, infatti, le aziende possono rifinanziare investimenti in nuovi programmi, in necessari aggiornamenti del software o in progetti cloud”.
Quale vision sul 2020 per le PMI italiane?
“Secondo i dati Anitec-Assinform, nel 2018 in Italia la domanda di software e soluzioni ICT è cresciuta del 7,7% grazie alla spinta propulsiva dell’innovazione e della trasformazione digitale. Non sempre, però, le aziende – soprattutto le piccole e medie imprese – sono in grado di far fronte agli investimenti necessari per mantenersi competitive.
Riteniamo che le PMI possano trarre un vantaggio competitivo dall’acquisto di software usato, destinando i risparmi sull’acquisto di software nuovo ad investimenti in ricerca, sviluppo di nuovi prodotti e qualificazione del personale”.